Prediabete: come si cura? Prevenire il diabete

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Come prevenire il diabete? Fai i test per il prediabete e gioca d’anticipo sulla malattia.
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Il diabete di tipo 2 di solito insorge dopo i 40 anni, è legato al sovrappeso o all’obesità e colpisce prevalentemente le donne. In Italia molte persone diabetiche non sanno di esserlo, e quindi non si sottopongono a nessun tipo di trattamento o cura. La scoperta di avere il diabete avviene casualmente durante check-up annuali o esami medici in vista di un intervento. In questi casi è però troppo tardi per curare il diabete solo correggendo la dieta e lo stile di vita.
Ecco allora la necessità di intervenire per tempo quando si può.
Il prediabete è infatti l’anticamera del diabete: basta fare dei test medici per scoprirlo.
Ecco cosa è bene sapere.

Quali sono i fattori di rischio che favoriscono il diabete?

Il primo elemento da tenere sotto controllo è dato dai chili di troppo: essere in sovrappeso o in obesità è un fattore di rischio che può portare al diabete.
Avere un indice di massa corporea (peso diviso altezza al quadrato) superiore a 25 aumenta la probabilità di andare incontro a problemi di diabete. Per il calcolo dell’indice di massa corporea, leggi l’articolo correlato (clicca qui): Calcolo Indice Massa Corporea

Altri fattori di rischio che predispongono al diabete sono la familiarità (cioè avere parenti di primo e secondo grado diabetici) e, per le donne, l’aver sofferto in gravidanza di diabete gestazionale. Il diabete avuto in gravidanza è infatti un fattore di rischio: la donna può ammalarsi di diabete successivamente.
Infine, il rischio di diventare diabetico aumenta se soffri di ipertensione arteriosa (“minima” superiore a 90 e “massima” superiore a 140) oppure se soffri di dislipidemia: livelli ridotti di colesterolo HDL (quello “buono”) e livelli elevati di trigliceridi.

Per saperne di più su ipertensione, dislipidemia e colesterolo, leggi anche questi cinque articoli correlati
(clicca sui link qui di seguito):
1- Valori pressione arteriosa

2- Sintomi ipertensione

3- Obesità e dislipidemia

4- Valori colesterolo

5- Colesterolo Alto

Prediabete: cosa fare?

Se i fattori di rischio si sommano, ecco delinearsi una persona “ad alto profilo di rischio diabete”.
In questo caso occorre fare due controlli medici: la misurazione della glicemia a digiuno e l’esame dell’emoglobina glicata (che si rileva con un prelievo di sangue).
Il valore della glicemia non deve essere superiore a 126 mg/dl. Mentre il valore dell’emoglobina glicata (che indica la glicemia media nei 2-3 mesi precedenti al prelievo) non deve superare il 6,5%.
prediabete valori glicemia
Se entrambi i valori sono normali, ma ci sono fattori di rischio di diabete, viene prescritto un terzo esame: la curva da carico di glucosio, che prevede la misurazione della glicemia sia a digiuno che 2 ore dopo aver bevuto una soluzione zuccherata, in modo da valutare come l’organismo metabolizza gli zuccheri.
Se, dopo 2 ore, la glicemia è compresa tra 140 e 199, si conferma un quadro di prediabete, caratterizzato da una forma di intolleranza glucidica: questo è il campanello d’allarme del diabete.

Che cos’è l’intolleranza glucidica?
Prediabete, dieta e sport

Quando viene diagnosticata un’intolleranza glucidica, l’insulina (cioè l’ormone secreto dal pancreas per metabolizzare gli zuccheri) diventa sempre meno “efficiente” (si parla di insulino-resistenza) perché è incapace di esercitare la sua azione a livello del fegato, dei muscoli e del tessuto adiposo.
Per sopperire a questa “inefficienza”, l’organismo secerne sempre più insulina.

Per interrompere questo pericoloso circolo vizioso, la prima cosa da fare è (nei casi di sovrappeso o obesità) perdere peso con una dieta ipoglucidica: niente zuccheri semplici (come dolciumi e bevande zuccherate), ma solo carboidrati complessi (come pane, pasta, riso, farro, orzo, avena; meglio se integrali) che apportano fibre preziose e che rallentano l’assorbimento degli zuccheri.
La dieta da seguire deve essere fatta su misura per ridurre l’apporto calorico giornaliero e deve essere abbinata a regolare attività fisica (alemeno 3 volte a settimana).
E’ quindi bene, in caso di prediabete e intolleranza glucidica, rivolgersi subito ad un nutrizionista o ad un dietologo per essere seguiti e per avere una dieta adatta al problema.

Oltre alla dieta, la seconda arma per la lotta al diabete è l’esercizio fisico costante: sono ideali tutte le attività aerobiche come il nuoto, l’aquagym, il jogging (la corsa), il ballo e la bici.

Diabete: quando prendere i farmaci?

Quando dieta e attività fisica non bastano più, occorre prendere dei farmaci per curare il diabete.
Questa malattia infatti tende a peggiorare e nel tempo diventa sempre più difficile riuscire a tenere sotto controllo i sintomi. Che farmaci prendere per il diabete?
In genere, il diabetologo comincia a prescrivere la metformina (da 500 mg a due grammi al giorno), da assumere dopo mangiato una, due o tre volte al giorno. Questo farmaco agisce su due fronti: abbassa la glicemia a digiuno e migliora la sensibilità periferica all’insulina.
Se necessario, alla metformina vengono associati altri farmaci:

  • le sulfaniluree (che stimolano il pancreas a liberare insulina e abbassano la glicemia post-prandiale)
  • i glitazoni (che migliorano la sensibilità all’insulina)
  • le incretine (che agiscono sulla glicemia post-prandiale).

Spetta al diabetologo combinare questi farmaci per ottenere un controllo personalizzato della glicemia prima e dopo i pasti.

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