Fecondazione Assistita all’ estero: i limiti della legge in Italia e in Europa. Infertilità, gravidanza e salute donna

fecondazione-assistita-all-estero-i-limiti-della-legge-in-italia-e-in-europa-infertilita-gravidanza-e-salute-donnaPer quanto riguarda il cosiddetto “Turismo Riproduttivo”, ovvero le coppie che vanno all’ estero per la fecondazione assistita, l’ Italia risulta essere la prima in Europa. Sono infatti stati presentati al congresso Eshre (European Society of Human Reproduction and Embryology) i dati dello studio condotto in collaborazione con Sismer (Società italiana di studi di Medicina della Riproduzione): è italiana una coppia su tre che va all’ estero alla ricerca della possibilità di avere un figlio. I dati sono stati presentati al venticinquesimo congresso annuale dell’ ESHRE ad Amsterdam.
Che molte coppie con prolblemi di fertilità si rivolgano a centri medici esteri è risaputo, ma in realtà fino ad ora non esisteva alcun dato certo sull’ entità del fenomeno, sulle caratteristiche delle coppie e sui motivi di questa scelta.
Lo studio condotto è il primo in grado di fornire queste informazioni in quanto i dati raccolti vengono direttamente dalle coppie, lo conferma Anna Pia Ferraretti, direttore scientifico di SISMER e membro della task force di ESHRE costituita per studiare su scala europea il fenomeno della migrazione all’ estero per risolvere i problemi riproduttivi.

LA RICERCA E I DATI SULLA FECONDAZIONE ASSISTITA ALL’ ESTERO: il fenomeno del “Turismo Riproduttivo”

La ricerca condotta sulla fecondazione assistita all’ estero si è basata sui questionari anonimi che sono stati consegnati alle coppie straniere presenti in 44 centri situati nei 6 Paesi europei in cui maggiormente emigrano le coppie (Spagna, Svizzera, Belgio, Slovenia, Repubblica Ceca e Danimarca). Il periodo di studio è durato un mese, periodo sufficiente per poter fare una proiezione sui dati annuali.
Dai risultati della ricerca è emerso che il totale delle coppie trattate in un mese nei centri contattati è stato di 1.230. Moltiplicando per 11 mesi, si può dire che ogni anno sono circa 13mila le coppie che “migrano” in Europa.
I centri che hanno partecipato allo studio rappresentano circa il 50% dei centri che ricevono coppie straniere. Si può quindi stimare che, a livello europeo, il fenomeno coinvolga tra le 20mila e le 25mila coppie all’ anno in questi 6 paesi; occorre ricordare che anche altri paesi (ed esempio, Grecia, Russia e Ucraina) ricevono coppie straniere. L’ entità del fenomeno è quindi ancora superiore.
Ma chi sono queste coppie ? Sono tutte coppie eterosessuali, sposate nella stragrande maggioranza (82%) o stabilmente conviventi (18%). L’ età media delle donne è di 37 anni e mezzo; il 27% ha meno di 35 anni, il 41% tra 35 e 40 anni, il 25% tra 40 e 44 anni e solo il 7% tra 45 e 50 anni.

LE RESTRIZIONE DELLA LEGGE SULLA FECONDAZIONE ASSISTITA IN ITALIA E IN EUROPA

Delle 1.230 coppie che si sono recate all’ estero per risolvere problemi di fertilità, quelle italiane sono le maggiormente rappresentate: 392, pari al 32%.
Del resto questi dati non sorprendono perchè la legge italiana (Legge 40) sulla fecondazione assistita fino allo scorso aprile era la più restrittiva d’ Europa.
Dietro l’ Italia c’è la Germania con il 14% delle coppie che si recano all’ estero per avere un figlio.
Quando una coppia va all’ estero per cercare di avere un bambino, non lo fa per cercare trattamenti “estremi”, ma solo per cercare di avere un figlio all’ interno di rapporto di una coppia normale ed in normale età riproduttiva.
Il 60% circa delle coppie voleva eseguire trattamenti illegali in Italia (donazione di seme, donazione di ovociti e, in minore misura, per la diagnosi genetica pre-impianto). Ma circa il 40% si è rivolto all’ estero per eseguire trattamenti leciti in Italia, ma che credono essere più efficaci in paesi dove esiste una legge più liberale.
In quasi il 50% dei casi, entrambi i partner della coppia erano laureati, a conferma del fatto che la necessità di emigrare crea una discriminazione a livello culturale-economico.
L’ Italia è il Paese europeo dove il fenomeno della migrazione per problemi riproduttivi è di gran lunga più frequente. I dati raccolti confermano che la Legge 40 è stata la maggiore responsabile di questo fenomeno, esponendo le coppie italiane a maggiori costi, rischi e discriminazioni rispetto agli altri cittadini europei.
Ma lo studio è stato condotto prima della sentenza della Corte Costituzionale, che ha rimosso molti dei limiti prima presenti all’ applicazione in Italia delle tecniche di PMA (procreazione medica assististita). Grazie a questo nuovo contesto legislativo, molte coppie non dovranno più recarsi all’ estero.
Ma c’è ancora molto da fare.

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