Dolore cronico: schiena, testa, piede o da herpes zoster

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Mal di schiena o cefalea (mal di testa) a volte rendono impossibile una vita normale. In due casi su tre il dolore cronico colpisce le donne.
Sono tante le patologie che possono procurare una sofferenza acuta e prolungata nel tempo: dal mal di schiena all’emicrania, agli esiti di una frattura. Quando la situazione critica dura oltre tre mesi, si può e si deve curare.
Ecco le terapie di cura per quattro problemi molto diffusi: lombalgia, frattura del piede, emicrania e sindrome dolorosa dopo l’Herpes Zoster (fuoco di Sant’Antonio).

Sintomi e cura lombalgia: mal di schiena lombare

Il dolore causato dalla lombalgia non dà tregua nemmeno di notte, con dei picchi se si sta troppo nella stessa posizione o si portano dei pesi.
La prima terapia di cura per la lombalgia prevede l’assunzione di antinfiammatori, da soli oppure in associazione con oppioidi (come la codeina nei casi più gravi).
Ma, se la situazione non migliora, ci vuole un’epidurale: un cocktail di anestetico e cortisonico. L’iniezione viene eseguita nella colonna vertebrale, nei punti trigger, cioè nelle zone dalle quali parte il dolore. Con l’epidurale, il dolore scompare completamente nell’arco di 48 ore in oltre sei casi su dieci e i benefici rimangono per almeno tre settimane. Poi si può ripetere il trattamento.

Sindrome dolorosa post frattura del piede: si cura con la tens

Le radiografie dicono che la frattura del piede è guarita, ma il dolore c’è sempre e, nel caso delle donne, è insopportabile se si indossano scarpe con un tacco superiore a tre centimetri. In questi casi il dolore cronico è causato dalla “sindrome dolorosa post frattura del piede”.
Si cura con cinque o dieci sedute di tens: una tecnica senza effetti collaterali. Per la terapia di cura con la tens viene usato un macchinario collegato a degli elettrodi che sollecitano le terminazioni nervose intorno alla zona dolente: in questo modo “si inganna” il cervello che non avverte più il dolore e i benefici durano a lungo.

Sintomi e cura emicrania: mal di testa cronico

Due donne su 10 che soffrono di emicrania hanno una forma cronica. Significa che i triptani, cioè i farmaci specifici per curare le crisi di emicrania, non bastano più. Gli attacchi di emicrania si presentano più volte al mese, con una durata che può arrivare ogni volta anche a 72 ore.
La cura più adatta per l’emicrania cronica è con un antidepressivo della famiglia dei triciclici: riesce a tenere a bada il dolore perché “addormenta” le vie nervose che trasportano le sensazioni dolorose.
Il farmaco è in gocce e, per curare il mal di testa cronico, ne va assunta una quantità pari ad un quarto rispetto a quella usata per curare la depressione.
Grazie al basso dosaggio, il farmaco non dà dipendenza e sono minimi anche gli effetti collaterali: al massimo causa una leggera sonnolenza.
Le dosi prescritte dallo specialista non vanno però mai saltate, altrimenti il dolore riprende.

Dolore post erpetico: dopo lo sfogo del “fuoco di Sant’Antonio” (Herpes zoster)

Chiazze e bolle del fuoco di Sant’Antonio sono sparite ma è rimasto un dolore continuo che dura notte e giorno, con fitte concentrate proprio nella zona dove prima c’erano i segni della malattia. In questi casi si parla di “dolore post erpetico”.
La prima cura è con un antiepilettico: diminuisce l’attività delle vie nervose che trasportano il dolore fino al cervello, ma a volte può dare sonnolenza, nausea e vertigini. In questo caso lo specialista può prescrivere il cerotto a base di anestetici locali che non provoca effetti collaterali pesanti.
Rispetto al farmaco antiepilettico, infatti, il cerotto agisce soltanto sulle fibre nervose sofferenti che scorrono sotto pelle.
La cura col cerotto a base di anestetici locali ha un’unica limitazione: il dolore dev’essere localizzato in una piccola parte del corpo.

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