Disturbi del sonno: insonnia da ansia, apnea notturna, sonnambulismo, bruxismo (digrignare i denti nel sonno)

Dormire bene e fare un buon sonno è un bisogno primario per la salute e il benessere psicofisico. I metodi per ottenere un buon sonno non sono solo i farmaci: per dormire bene è importante anche uno stile di vita sano. Per il benessere psicofisico è importante la qualità del son­no: non è solo importante quante ore si dorme, ma quanto si dorme bene. Ci possono essere micro risvegli incoscienti che spesso si hanno nel corso della notte, legati a situazioni esterne, come un ambiente rumoroso, oppure legati a problemi del soggetto (ad esempio il mioclono notturno, i cosiddetti “scatti” alle gambe che provocano micro risvegli). Anche le apnee durante la notte disturbano il buon sonno: ogni apnea comporta un risve­glio e chi ne è soggetto può andare in apnea anche 40-50 volte per ogni ora di sonno. Questo vuol dire che si può arrivare anche a 400 risvegli (incoscien­ti) nel corso di una notte, e quindi anche se il son­no è durato 8 ore non potrà mai essere riposante. Va poi aggiunto che il dormire di più o dormire troppo a volte porta cefalea (mal di testa). Questo perché il sonno che si fa in più non è sonno profondo, ma è il sonno della fase REM: cioè il sonno paradosso, il sonno dei sogni, che rappresenta una vera e propria tempesta neuro­vegetativa (con pressione e battito cardiaco che variano in continuazione). Il sonno REM non è un sonno riposante.

Si sogna sempre, ogni notte, magari una sera un pò di più una sera un pò di meno, in base alla quantità di sonno REM che facciamo. Il fatto di ri­cordare i sogni dipende molto da come si dorme e dalla fase di sonno in cui ci si sveglia al mattino. Se il risveglio avviene durante il sonno REM, allora ricordiamo il sogno, ma, se non ci svegliamo, ba­stano anche solo 5-10 minuti di sonno non REM (cioè sonno profondo e riposante) per cancellare completamente il ricordo del sogno. C’è poi da considerare un fattore esterno, come la luce: più luce c’è e meno abbiamo voglia di dormire per­ché la luminosità inibisce il rilascio di melatonina, l’ ormone del sonno.

Un riposino di 20-30 minuti nel pomeriggio, per chi ha la fortuna di poterlo fare, è utile perché al pomeriggio (intorno alle due) si apre una piccola finestra al sonno e c’è l’ esigenza fisiologica di dormire. La cosa importante è non farlo troppo lungo, per evitare che, cadendo nel sonno profondo, ci si svegli irritabili.

I PRINCIPALI DISTURBI DEL SONNO sono classificabili in quattro grandi categorie:
1- INSONNIE, cioè i disturbi dell’ inizio o del mantenimen­to del sonno;
2- IPERSONNIE (ossia il dormire troppo);
3- DISTURBI DEL RITMO CIRCADIANO (il ritmo sonno veglia) dovuti a turni di lavoro o al jet lag;
4- PARASONNIE, cioè quei fenomeni particolari come il sonnambulismo, il pavor notturno, i brutti sogni che disturbano il sonno.

LE CAUSE DELL’ INSONNIA: ANSIA E DEPRESSIONE E DISTURBI DEL SONNO

Per quanto riguarda le cause dell’ insonnia (un disturbo del sonno molto diffuso), circa il 50% delle insonnie è dovuta a disturbi d’ ansia o depressivi. Le insonnie legate all’ ansia di solito provocano difficoltà ad addormentarsi (insonnia iniziale), mentre l’ insonnia dovuta a problemi depressivi si manifesta con risveglio precoce mattutino, verso le 3 o le 4 del mattino, senza che la persona riesca a riaddor­mentarsi. Altra causa molto frequente (15%) è l’ inson­nia psicofisiologica da condizionamento negativo: il soggetto di fronte a un evento particolarmente forte della vita (brutto o bello) inizia a non dormire per al­cune notti, fino ad autocondizionarsi (“stanotte non dormirò“). Un altro tipo di insonnia è quella derivante dalla “sindrome delle gambe senza riposo”, cioè la necessità di muovere continuamente le gambe. Ci sono infine le insonnie secondarie dovute a patologie mediche o a problemi am­bientali (come il partner che russa o l’ ambiente rumoroso).

ALIMENTAZIONE, STILE DI VITA E DISTURBI DEL SONNO

Ci sono alimenti (quelli ad alto contenuto glucidico, come pane, pasta e riso in moderate quantità) che favoriscono il sonno, mentre i cibi piccanti o troppo salati lo allontanano. A cena, inol­tre, bisognerebbe mangiare meno che a pranzo (e purtroppo soprattutto per chi lavora fuori casa non è quasi mai così !). L’ alcool dovrebbe essere limitato: il bicchiere di vino a pasto va bene, la mezza bottiglia no, dà solo l’ illusione di dormire creando un sonno molto frammentato, con molti risvegli, non riposante. Anche l’ attività fisica conta per un buon sonno: anche gli anziani che fanno sport dormono meglio di quelli che non ne fanno. L’ importante è che l’ attività fisica non venga fatta di sera, perché ciò attiva i centri della veglia, che invece devono spegnersi per consentire ai centri del sonno di attivarsi in maniera completa. Ci sono inoltre delle “buone abitudini” per favorire un buon sonno: evitare (nella mezz’ ora che precede l’ addormentamento) situa­zioni che possano influire negativamente sul son­no, come pensare agli impegni del giorno dopo, o fare bilanci della giornata ! Anche la scelta di un buon film rilassante o di un libro favoriscono un buon sonno.

PREOCCUPAZIONI E STRESS CAUSANO INSONNIA E DISTURBI DEL SONNO

Secondo lo studio Philips Index (“La salute e il benessere degli Italiani”) realizzato su un campione di persone fra i 18 e 70 anni e presentato a Milano, 3 Italiani su 10 ritengono troppo scarso il proprio sonno notturno: oltre 12 milioni di adulti (soprattutto le donne e i 35-54 anni). Le cause sono i problemi di salute (54,7%), gli stili di vita stressanti come orari sregolati, quantità di cose da fare (51%), preoccupazioni (44%) e alcuni disturbi esterni (25%). I 12 milioni di insonni hanno inoltre dichiarato che il mancato riposo influisce sulla salute mentale e su quella fisica (61%); il 57% dichiara un calo delle prestazioni professionali e la stessa percentuale riscontra ripercussioni sulla vita familiare. Le relazioni interpersonali ne risentono nel 46% e l’ inserimento nella comunità nel 33%.

TERAPIE DI CURA DELL’ INSONNIA

L’ insonnia non viene curata solo con i farmaci, ma esistono anche terapie cognitivo comportamentale per l’ insonnia: terapie non farmacologiche in cui si insegna al soggetto ad avere un buon rapporto con il proprio sonno. Questo tipo di terapia dura di solito circa 2 mesi, con 8 incon­tri a cadenza settimanale. Si tratta di un’ alternativa non farmacologica in grado di dare risultati positivi in alte percentuali.

Il Centro di Medicina del Sonno dell’ ospedale San Raffaele di Milano

Il Centro di Medicina del Sonno del San Raffaele di Milano è uno dei centri di riferimento dell’ AIMS (Associazione Italiana Medicina del Sonno) di cui Luigi Ferini Strambi è stato presidente (attualmente il Dottor Luigi Ferini Strambi è il Responsabile Europeo dell’ Associazione Mondiale di Medicina del Sonno).
Le patologie trattate nel centro sono: insonnia, sindrome delle gambe senza riposo, apnee notturne, narcolessia, sonnambulismo, bruxismo (digrignare i denti nel sonno), enuresi notturna, disturbi comportamentali nel sonno.
Il reparto è affiancato dai servizio di neurofisiologia e di psicologia e da un’ equipe interdisciplinare per assistere il paziente affetto da russamento e dalla sindrome delle apnee ostruttive nel sonno.

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